TERAMO – Chiede le dimissioni di Mario Nuzzo dalla presidenza della Fondazione Tercas Enzo Scalone, esponente dell’associazione politica “Per Davvero” ed ex consigliere della fondazione intervenuto sullo scossone del buco Tercas per chiedere alla politica posizioni forti e gesti di responsabilità da parte di chi ha condiviso scelte che hanno portato al dissesto. “Finalmente – si legge nel comunicato diffuso da Scalone . il mondo politico teramano comincia a parlare della vicenda, dopo averla a lungo ignorata. Ne parla il presidente D’Alfonso in queste ore e, finalmente, il nuovo Consiglio Comunale di Teramo ha discusso ed approvato un ordine del giorno all’unanimità. Un passo significativo ma non esaustivo dal momento che viene trascurato uno dei soggetti principali della vicenda: la Fondazione Tercas, il suo ruolo, la sua credibilità, le sue responsabilità”. “Non è più sopportabile – per Scalone – che uno degli attori protagonisti del dramma, il presidente della Fondazione Nuzzo, continui ancora a rappresentare la Fondazione. Non solo è immorale, ma inopportuno e penalizzante. Egli – prosegue la nota di Scalone – ha la grave responsabilità di aver, ininterrottamente nei decenni, nominato sempre lo stesso presidente con il suo entourage di amici alla Tercas, di non aver controllato i conti come era suo dovere e di aver condiviso e ratificato tutte le scelte del Cda., sino all’ultimo, sino all’assemblea dell’aprile 2012, appena 5 giorni prima dell’arrivo del Commissario”. Grave infine per i “Per Davvero” da parte del presidente Nuzzo non aver intraprendeso nei confronti di alcuni “nominati” azioni di responsabilità a interesse della Fondazione. “Sul piano concreto penalizzante che Nuzzo resti nel suo ruolo. E’ sotto gli occhi di tutti che i suoi appelli alle altre Fondazioni e agli investitori privati a partecipare alla ricapitalizzazione della Tarcas sono caduti nel vuoto – conclude la nota-. In questa situazione la credibilità, non solo sua ma della stessa Fondazione, dopo i danni provocati con le accondiscendenze, le disattenzioni e le nomine sbagliate, è fortemente scossa. Tra l’altro i fondi residui di cui dispone la Fondazione e con i quali potrebbe entrare nella nuova banca, altro non sono che i soldi degli azionisti teramani, incassati con la vendita del 15% delle vecchie azioni e che oggi, sappiamo, valgono zero”. Infine l’appello alle forze politiche e al sindaco. “È ora che la politica faccia la sua parte. Intervenga in questa bruttissima storia teramana, difenda gli interessi della nostra comunità, convinca Nuzzo, al di là delle scadenze statutaria, a dimettersi dalla ultra ventennale presidenza. Ciò potrà favorire la riconciliazione tra i risparmiatori teramani ed il mondo finanziario locale”.
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